Esteban de La Guarnera

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Le teorie sull'evoluzione dell'universo concordano sull'esistenza di un Big Bang. Questo è uno stato così particolare che viene definito "singolarità". Gli scienziati si stanno concentrando per capire cosa accadde nelle primissime frazioni di secondo dopo il Big Bang perchè da ciò si potrebbero trovare risposte alla situazione dell'universo di oggi. Infatti la materia dell'universo odierno dovrebbe essere molta di più di quanta non se ne veda. Da ciò si suppone che vi siano tipi diversi di materia ( e di antimateria) che si stanno cercando nell'accelleratore del CERN di Ginevra, capace di sviluppare energie paragonabili a quelle presenti nei primi istanti del Big Bang, ma non nei primissimi istanti. Per quelli ci vogliono energie ancor maggiori. Alcuni pensano che l'uso di queste energie genererà un buco nero capace di inghiottire l'univero o un processo di creazione di antimateria che annichilerà la materia distruggendo il mondo.

All'interno dell'universo ci siamo noi e, senza dubbio statistico, altre forme di vita che probabilmente non raggiungeremo mai. Statisticamente non ci sono dubbi in quanto se pure è piccolissima la probabilità che si sviluppino forme di vita su un pianeta, è pur vero che in un universo infinito questa bassa probabilità si verificherà un numero infinito di volte. Che poi la vita si evolva fino a creare una coscienza, quella dell'uomo sulla terra, capace di riflettere sulle origini dell'universo è ancora una probabilità più scarsa ma, essendo infinito l'universo, si verificherà una infinità di volte.
Fino qui sono premesse scientifiche (vedi "Le origini dell'universo" di John Barrow).

Adesso dico la mia.
Secondo me l'uomo è pure lui una singolarità. E' talmente singolare la sua intelligenza che spende un sacco di risorse alla ricerca di cosa accadde nelle prime frazioni di secondo dell'universo. Non sa come governare un mondo sempre meno abitabile ma si spinge nello spazio alla ricerca di improbabili dimore alternative. Così come potrebbe essere che l'universo, finito di espandersi, collassi progressivamente fino a tornare al punto di partenza e rigenerare quindi le condizioni per un nuovo Big Bang in un ciclo eterno, è anche possibile che l'uomo sia quella forma di coscienza che la natura mette continuamente alla prova in attesa che tale coscienza impari i principi di priorità e di armonia.
Se avessimo impiegato tutte le risorse spese in guerre, lotte di potere e ricerca dell'inconoscibile a favore del benessere dell'uomo, della conservazione dell'armonia della natura e dell'equilibrio del pianeta, saremmo probabilmente in un paradiso terrestre nel quale saremmo felici.
Tutti.
La ricerca dell'inconoscibile origine del tutto richiederà energie che ci distrugeranno, facendoci sparire in un buco nero o sciolti in una annichilazione materia-antimateria o semplicemente asfissiati e cotti in una terra calda e piena di ossidi di carbonio, o lanciati nello spazio da esplosioni nucleari di rabbie mai sopite ?

La natura provvederà a ricostruire tutto, avendo a disposizione la statistica dell'infinito e l'eternità del tempo, e fra miliardi e miliardi di anni ricompariremo in qualche regione di un nuovo universo e ci evolveremo ancora fino a possedere una coscienza capace di interrogarsi.

Rifaremo gli stessi sbagli, impareremo dalle formiche i modi per cooperare, ci distruggeremo ancora.

O sapremo fermare la distruzione in questa era?

Ai poster l'ardua sentenza

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