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Le teorie sull'evoluzione
dell'universo concordano sull'esistenza di un Big Bang. Questo è uno
stato così particolare che viene definito "singolarità". Gli
scienziati si stanno concentrando per capire cosa accadde nelle
primissime frazioni di secondo dopo il Big Bang perchè da ciò si
potrebbero trovare risposte alla situazione dell'universo di oggi.
Infatti la materia dell'universo odierno dovrebbe essere molta di
più di quanta non se ne veda. Da ciò si suppone che vi siano tipi
diversi di materia ( e di antimateria) che si stanno cercando
nell'accelleratore del CERN di Ginevra, capace di sviluppare energie
paragonabili a quelle presenti nei primi istanti del Big Bang, ma
non nei primissimi istanti. Per quelli ci vogliono energie ancor
maggiori. Alcuni pensano che l'uso di queste energie genererà un
buco nero capace di inghiottire l'univero o un processo di creazione
di antimateria che annichilerà la materia distruggendo il
mondo.
All'interno dell'universo ci siamo noi e, senza dubbio
statistico, altre forme di vita che probabilmente non raggiungeremo
mai. Statisticamente non ci sono dubbi in quanto se pure è
piccolissima la probabilità che si sviluppino forme di vita su un
pianeta, è pur vero che in un universo infinito questa bassa
probabilità si verificherà un numero infinito di volte. Che poi la
vita si evolva fino a creare una coscienza, quella dell'uomo sulla
terra, capace di riflettere sulle origini dell'universo è ancora una
probabilità più scarsa ma, essendo infinito l'universo, si
verificherà una infinità di volte. Fino qui sono premesse
scientifiche (vedi "Le origini dell'universo" di John
Barrow).
Adesso dico la mia. Secondo me l'uomo è pure lui
una singolarità. E' talmente singolare la sua intelligenza che
spende un sacco di risorse alla ricerca di cosa accadde nelle prime
frazioni di secondo dell'universo. Non sa come governare un mondo
sempre meno abitabile ma si spinge nello spazio alla ricerca di
improbabili dimore alternative. Così come potrebbe essere che
l'universo, finito di espandersi, collassi progressivamente fino a
tornare al punto di partenza e rigenerare quindi le condizioni per
un nuovo Big Bang in un ciclo eterno, è anche possibile che l'uomo
sia quella forma di coscienza che la natura mette continuamente alla
prova in attesa che tale coscienza impari i principi di priorità e
di armonia. Se avessimo impiegato tutte le risorse spese in
guerre, lotte di potere e ricerca dell'inconoscibile a favore del
benessere dell'uomo, della conservazione dell'armonia della natura e
dell'equilibrio del pianeta, saremmo probabilmente in un paradiso
terrestre nel quale saremmo felici. Tutti. La ricerca
dell'inconoscibile origine del tutto richiederà energie che ci
distrugeranno, facendoci sparire in un buco nero o sciolti in una
annichilazione materia-antimateria o semplicemente asfissiati e
cotti in una terra calda e piena di ossidi di carbonio, o lanciati
nello spazio da esplosioni nucleari di rabbie mai sopite ?
La
natura provvederà a ricostruire tutto, avendo a disposizione la
statistica dell'infinito e l'eternità del tempo, e fra miliardi e
miliardi di anni ricompariremo in qualche regione di un nuovo
universo e ci evolveremo ancora fino a possedere una coscienza
capace di interrogarsi.
Rifaremo gli stessi sbagli,
impareremo dalle formiche i modi per cooperare, ci distruggeremo
ancora.
O sapremo fermare la distruzione in questa
era?
Ai poster l'ardua
sentenza
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